XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – 20 giugno 2021

CHI È COSTUI, CHE ANCHE IL VENTO E IL MARE GLI OBBEDISCONO?
Commento al Vangelo di p. Alberto Maggi OSM
Mc 4,35-41
In quel giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui.
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?».
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».


Nel vangelo di oggi l’evangelista Marco riflette le tensioni della chiesa primitiva. Negli Atti degli apostoli al capitolo 20 si legge e una lamentazione da parte di Paolo, San Paolo, che dice “So
soltanto che lo Spirito Santo di città in città mi attesta che mi attendono catene e tribolazioni”. Ed è vero, ma perché? Perché lui non fa quello che lo Spirito Santo gli aveva detto di fare. Gesù aveva
scelto Paolo per essere luce delle genti, cioè dei pagani, Paolo doveva portare la buona notizia ai pagani, ma lui, che in fondo è sempre rimasto un fariseo, invece no, in ogni città per prima cosa va
in sinagoga, cerca di convincere i giudei. Da qui i contrasti e quello che lui dice, “catene e tribolazioni”. Questo suo atteggiamento causò la rottura con l’evangelista Marco che si era portato nel primo viaggio. Ma poi Marco, Marco è l’evangelista del messaggio universale, l’unico evangelista nel quale il termine “legge” non compare mai, è l’evangelista che dice che Dio ha dichiarato puri tutti
gli alimenti relativizzando così il libro del Levitico, ebbene Marco non ci sta. Lui è per un messaggio universale ai pagani e non con categorie dell’antico testamento verso i giudei, c’è la rottura e Paolo
si offese tanto e non volle più Marco con lui. Poi, soltanto alla fine della sua esistenza, a Roma, in prigionia, quando ancora una volta ha cercato di convocare i giudei di Roma e ha visto il fallimento,
finalmente Paolo riconosce, dice “Ha detto bene lo Spirito Santo per mezzo del profeta Isaia”, ma l’aveva detto anche prima, però gli ci è voluta l’esperienza per capirlo, “che il cuore di questo popolo
è diventato insensibile, sono divenuti duri di orecchi, hanno chiuso gli occhi perché non vedono” eccetera.
Allora Paolo prende la decisione e dice “Sia dunque noto a voi che questa salvezza di Dio fu inviata alle nazioni”, si intende pagane, “ed esse ascolteranno”. E si conclude il libro degli Atti dicendo che Paolo insegnava “senza impedimento”, qual era l’impedimento? Quello che lui metteva con categorie dell’antico testamento.
Ebbene questa tensione si riflette nel brano del vangelo di oggi; è il capitolo quarto di Marco conosciuto come “la tempesta calmata”. Gesù chiede ai discepoli “Andiamo all’altra riva”. Andare
all’altra riva significa andare in terra pagana e i discepoli non ne vogliono sapere, loro pensano all’esclusività il primato di Israele. E allora ecco che, quando sono nel lago, si solleva una grande
tempesta con un grande vento, cos’è questo vento? È lo spirito dei discepoli che non intendono andare verso i pagani. Sembra strano che in questa grande tempesta l’unico a non rendersene conto
è Gesù, che addirittura l’evangelista dice che dorme, perché questa tensione non lo riguarda, lui è per l’apertura ai pagani.
Poi c’è l’intervento di Gesù che tratta il vento con gli stessi termini con i quali tratta gli spiriti impuri, dice “Taci”, lo sgrida. Cos’è questo spirito impuro? È lo spirito dei discepoli, di supremazia di
Israele, di primato di Israele, i popoli pagani vanno dominati, ma non vanno serviti, questo i discepoli non lo vogliono intendere e passerà tanto tempo. Fatto sta che la conclusione alla quale arrivano i
discepoli di Gesù, si chiedono, visto che Gesù comanda al mare e chi comanda al mare nella Bibbia è soltanto Dio, si chiedono “Ma chi è costui?”. Stanno con Gesù, lo seguono, lo accompagnano, ma
non hanno capito e, ironia di Marco, l’unico che in questo vangelo capirà chi è Gesù chi sarà? Proprio un pagano; quei pagani dai quali i discepoli non vogliono andare, sarà proprio lui a dire alla
conclusione del vangelo “Veramente costui è il figlio di Dio”.